L’infettivologo Matteo Bassetti critica l’uso indiscriminato dei tamponi per Covid-19, sostenendo che può aumentare il tasso di mortalità. Ecco perché.
L’infettivologo Matteo Bassetti ha recentemente sollevato preoccupazioni riguardo l’uso eccessivo dei tamponi per rilevare il Covid-19.
In un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, riportata da Il Tempo, ha espresso dubbi: “La verità è che fare tanti tamponi aumenta la mortalità“. Ecco perché.
Il “tasso di mortalità” dei tamponi da Covid-19
Analizzando i dati più recenti che mostrano un aumento dei decessi associati al Covid-19, l’esperto Bassetti ha ribadito la sua preoccupazione.
“La verità è che fare tanti tamponi aumenta la mortalità, perché finisce per portare in luoghi non appropriati persone che potrebbero tranquillamente stare nelle loro strutture assistenziali, nelle loro Rsa, nelle loro case“, spiega.
Secondo l’infettivologo, la realtà dei numeri odierni non riflette un aumento dei decessi direttamente causati dal virus: “Vengono ancora classificati come decessi Covid, che oggi non esistono“.
Il noto esperto ha evidenziato come questa distorsione dei dati possa essere attribuita alla continua pratica di effettuare tamponi su larga scala.
“Il conto di queste morti purtroppo andrebbe chiesto a chi ancora continua imperterrito, senza ascoltare gli esperti, a fare dei tamponi a persone a cui il tampone non serve a niente,” ha sottolineato.
Bassetti denuncia i ricoveri inappropriati
“Oltre l’85-90% di coloro che oggi vengono ricoverati in ospedale con Covid sono pazienti che non hanno la polmonite, ma che hanno altre problematiche,” ha spiegato.
Questi pazienti sono in molti casi anziani e con salute già compromessa. Questi vengono sottoposti a tampone sia al momento dell’arrivo in ospedale sia presso le loro abitazioni.
Questo tipo di approccio può portare a conseguenze negative, specialmente per i pazienti più anziani e fragili.
“Cosa succede quando noi portiamo in ospedale un signore o una signora di 90-95 anni positivi a Covid?,” chiede retoricamente.
La risposta: “Succede che, se anche non avessero nessun problema (…) si rischia di morire per altre cause, o per l’ospedalizzazione“.
